QUINTA EDIZIONE 20-22 OTTOBRE 2023
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MOSTRA, CASE PER ABITARE IL PAESAGGIO: VITTORIO AMICARELLI (1907-1971)


EVENTI E PERCORSI
Palazzo Gravina Via Monteoliveto, 3, 80134 Napoli Na
Venerdì 20 ottobre 15:00 > 17:00
30 minuti
a cura di Francesca Capano e Giovanni Menna

Inaugurazione della mostra 20 ottobre ore 15.00, Dipartimento di Architettura, Università di Napoli Federico II, palazzo Gravina
 
Intervengono
Michelangelo Russo, direttore Dipartimento di Architettura, Università di Napoli Federico II
Emma Maglio, Università di Napoli Federico II
Antonello Monaco, Sapienza Università di Roma
 
La mostra sarà visitabile fino al 27 ottobre
 
Vittorio Amicarelli appartiene a quella generazione di architetti molto legati alla Facoltà di architettura di Napoli che, a metà degli anni Trenta del Novecento, si smarcano dal magistero dei docenti per aprirsi, sull’esempio di Luigi Cosenza, al razionalismo. Allievo prima di Girolamo Ippolito e poi del fondatore e preside della Facoltà di Architettura di Napoli Alberto Calza Bini, anche Amicarelli è cooptato a fine del decennio sia nella facoltà napoletana che nel grande cantiere della Mostra d’Oltremare (1940) che segna l’emergere anche a Napoli di una linea razionalista.

Nel dopoguerra si dedica a edifici per il turismo e il tempo libero – tra i quali gli alberghi Grand Hotel alla Riviera (irrealizzato) e Tricarico a Bagnoli o la Canzone del Mare a Capri (con Pietro Porcinai) – e soprattutto affronta tutte le tipologie legate al tema dell’abitare: dalla villa sul mare (Casa Lezza a Ischia) o in città (Casa Ferri a Posillipo o Casa del Direttore ad Agnano), dalla palazzina borghese (palazzina Marino) agli alloggi per lavoratori INA Casa, dai complessi di case uni e bifamiliari (parco residenziale a via Manzoni) fino ai molti edifici per appartamenti per la upper class sui versanti panoramici del Vomero o a Posillipo e, tra questi, i “Due Edifici” di Mergellina, “Palazzo Amicarelli” in via Tasso; il “Palazzo delle Colonne” con l’ipostilo pubblico a via Manzoni.

La sua opera dimostra una completa padronanza dei linguaggi della modernità declinati senza cedimenti alle retoriche dell’ambientismo, e una sensibilità per la forza e l’ipnotica bellezza dei caratteri naturali del golfo, pensando la casa come una «macchina per abitare il paesaggio» e, quel che più conta, dimostrando che anche nei terribili anni dell’aggressione speculativa alla città è stato possibile contemperare le ragioni del profitto con quelle dell’architettura restando ben dentro la cultura del progetto moderno.

Numero di persone per visita: libero
Accessibilità visitatori con disabilità motorie: sì
Bambini: sì
Animali: sì
 

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