LA CITTà DELLA CONOSCENZA
Piazza Dante, 41, 80135 Napoli NA 40 minuti
Il Convitto origina da un istituto gesuitico fondato da Ferdinando IV nel 1768, che assunse nel 1829 il nome di Collegio dei Nobili. Entrato a Napoli il 7 settembre 1860, Garibaldi abolì l’ordine dei Gesuiti e nazionalizzò i suoi beni; così nel 1861 il Collegio dei Nobili divenne Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II. Gli spazi architettonici attualmente occupati dal Convitto rappresentano il nucleo dell’antico Convento di San Sebastiano, fondato in epoca costantiniana su di un’area extra moenia da monaci di culto basiliano e rimasto tale fino all’istituzione della regola benedettina nel 1132. Nel 1424 la regina Giovanna II vi trasferì le monache domenicane di S. Pietro a Castello. Espulse le monache nel 1807, il complesso nel 1820 ospitò la Camera del Parlamento, poi il Conservatorio di Musica e le scuole pubbliche dei Gesuiti.
L’elemento di maggiore antichità è il chiostro piccolo a pianta quadrata e due ordini: il primo dell’inizio del XIV secolo, con colonne e capitelli zoomorfi e antropomorfi di spolio che sostengono archi ogivali; il secondo, seicentesco, con pilastri quadrati in piperno e archi a tutto sesto. Nel XV e XVI secolo il Convento viene ampliato con il chiostro grande in stile rinascimentale. All’inizio del XVII secolo le suore domenicane avviano la costruzione della nuova chiesa barocca, crollata nel 1941. Tra il 1757 e il 1763, viene realizzato l’intervento vanvitelliano del Foro Carolino (l’attuale piazza Dante): una grande esedra conclusa al centro da un’edicola, scandita da ritti di ordine gigante in stile tuscanico che partono da un basamento continuo e sono conclusi in alto da una trabeazione coronata da 26 statue rappresentanti le virtù di Carlo III. L’ingresso centrale ed il retrostante pronao neoclassico vennero eseguiti nel 1835, per garantire un accesso autonomo all’attuale Convitto Nazionale.
Numero di persone per visita: 25 Accessibilità disabili: parziale Bambini: dai 6 anni Animali: no