VERDE URBANO
Piazza Vittoria, Ingresso della Villa Comunale, 80121 Napoli NA Sabato 3 ottobre 11:30 > 12:30 | 12:30 > 13:30 | 16:00 > 17:00 | Domenica 4 ottobre 11:30 > 12:30 | 12:30 > 13:30 | 16:30 > 17:30 | 17:30 > 18:30 50 minuti
Alla fine dell'800 l'area della spiaggia lungo la riviera di Chiaia fu trasformata in un passeggio, per volontà di Ferdinando IV di Borbone e per opera di Carlo Vanvitelli, che si avvalse dell'aiuto del botanico Felice Abbate, giardiniere reale. La villa aveva una struttura lineare e dialogava sul mare con una seduta che ne costituiva il bordo. Successivamente all'inizio del XIX secolo la villa fu ampliata e ridisegnata dagli architetti Stefano Gasse e Paolo Ambrosino con l'inserimento del boschetto e dei sentieri che ne modificavano l'andamento rettilineo; fu poi ampliata verso il mare con la realizzazione della colmata di via Caracciolo negli settanta del XIX secolo e furono abbattuti i casini disegnati dal Vanvitelli che costituivano l'ingresso dal lato di Piazza Vittoria. In questo periodo di ampliamento, nella parte occidentale furono allestiti i padiglioni provvisori dell'Esposizione Nazionale dell'Igiene del 1900 e quello definitivo che fu in seguito sede del Circolo del Tennis.
La villa è stata infine restaurata alla fine del XX secolo da Alessandro Mendini con la riprogettazione degli chalet e la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione integrato nella cancellata.
Nel periodo degli interventi di fine 800 veniva realizzata la Cassa Armonica. Splendido esempio di una tipologia di edificio per uso pubblico, la Cassa Armonica di Napoli fu realizzata secondo gli stilemi contemporanei dell'epoca, ossia in uno splendido esempio di liberty tecnologicamente avanzato, con l'utilizzo della ghisa e del vetro. Il disegno originale è di Errico Alvino che la progettò nel 1862, ma la realizzazione avvenne nel 1877, un anno dopo la sua morte. E' stata recentemente sottoposta ad un necessario intervento di restauro tra il 2012 e il 2017, interevento protrattosi a lungo per l'indecisione relativa alla cromia dei vetri. Infatti, il progetto originale di Alvino non prevedeva la vetrata bicroma ma di un unico colore.
Dalla documentazione storica, risulta che almeno per 100 anni la cassa armonica sia stata spesso con la corolla a due colori, nei primi tempi con un forte contrasto chiaro/scuro, poi sull’alternanza verde/giallo, fra gli anni ’70 ed il restauro del 1989 aveva vetri trasparenti fino ad arrivare a quelli “stratificati” giallo-verdi installati meno di 30 anni fa e rimossi nel 2012. Dopo un lungo dibattito si è scelto quindi di ripristinare l'immagine storica bicroma.
Numero persone per visita: 25 Accessibilità disabili: sì Bambini: sì Animali: sì